Nata nel 2017 in Italia, nella città di Genova, a opera di Francesco Magagnini (CEO & Product Architect) e Fabrizio Malfanti (Chief Math Officer), la startup ligure Kellify con sede anche a Malmo in Svezia, è oggi una delle realtà più innovative nel settore degli investimenti. La prima novità di Kellify sta nell’essersi ritagliata una fetta di mercato di nicchia. In un territorio quello degli asset alternativi come opere d’arte, scommesse sportive, monete rare o vini preziosi in cui è necessario fare i conti con il concetto di volatilità.
La seconda e più importante novità introdotta da Magagnini e Malfanti sta nell’aver applicato a simili beni un approccio hard tech basato su algoritmi di intelligenza artificiale, reti neurali di calcolo e machine learning. Un approccio che ha consentito a Kellify di intercettare un round di investimenti di 1,73 milioni di dollari. Una cifra senza dubbio significativa e che non fa altro che confermare l’approccio vincente del team al settore degli asset alternativi.
Kellify: la startup che scommette sugli asset alternativi
L’azienda è diventata in breve una delle più innovative fintech sulla scena finanziaria europea. E presto sbarcherà anche negli Stati Uniti dove l’apertura della sede newyorchese è prevista per il 2019.
Kellify fornisce i propri servizi a chiunque voglia investire in asset alternativi. Si tratta in questo caso di materie prime, di startup, monete, vini preziosi, libri rari o scommesse su partire di tennis o di calcio.
Chiunque voglia investire piccole o gradi cifre può contare sugli strumenti messi in campo da Kellify che ha rivoluzionato l’approccio tradizionale a simili beni. Una strategia di investimento scalabile e sistematica che attraverso l’analisi dei Big Data, così come delle valutazioni professionali di esperti dei vari settori, offre al potenziale cliente uno strumento all’avanguardia per effettuare i propri investimenti.
Kellify: l’approccio è vincente
La nascita stessa dell’azienda conferma l’originalità dell’approccio della startup ligure. Un approccio con il quale, forte degli algoritmi di AI, Kellify ha deciso di scendere in campo nel settore delle scommesse sportive. Un settore in costante crescita negli ultimi anni dove a fianco di bookmaker e professionisti lavorano piattaforme come Unibet, che si sono ritagliate nel tempo un ruolo di primo piano in Europa, sia nell’ambito delle scommesse sportive che in quello del gioco online. Si tratta altresì di un mercato estremamente difficile da valutare e dove il tradizionale approccio quantitativo basato sulla matematica e la statistica è stato implementato dall’impiego di algoritmi di machine e deep learning. È in questo settore che gli strumenti avanzati di Kellify hanno giocato un ruolo di primo piano per valutare i bias cognitivi (pregiudizi) dei bookmaker ed elaborare una strategia di investimento che potesse ridurre al minimo gli errori. In poche parole l’algoritmo iniziale di Kellify non era altro che uno strumento di valutazione del risk management.
È da questo primo embrione che si è sviluppato il successo di Kellify. E sono arrivati i primi importanti risultati, visto che gli investimenti compiuti in proprio dall’azienda nel settore degli eventi sportivi le hanno permesso di far crescere di 27 volte il capitale iniziale. Un successo a cui hanno contribuito la fiducia degli analisti, la professionalità del team oggi composta da sedici persone e che cresce con un ritmo di 3-4 al mese e soprattutto i risultati ottenuti.
La strategia di business adottata dal team di Kellify si è affermata come una delle più innovative del settore. Scegliendo asset alternativi nella proposta di investimento ai propri clienti ha puntato su di un settore di nicchia, stravolgendo il tradizionale approccio del collezionista a simili beni. Dall’altro ha dimostrato quanto il mercato finanziario dipenda sempre più dal fintech e dall’innovazione tecnologica.
La componente umana è comunque sempre presente visto che è proprio su questa che si basano le valutazioni degli algoritmi di machine learning sviluppati da Kellify. Le opinioni e i giudizi di case d’asta, investitori, bookmaker e artisti entrano così a far parte di una collective intelligence che la startup impiega efficacemente per fornire ai propri clienti le migliori proiezioni di investimento.
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