Piccola “scossa” nel mondo dei pagamenti digitali e servizi per l’ecommerce: inaspettatamente convolano a giuste nozze due giganti del settore, la FIS (gruppo con sede in Florida, società di servizi finanziari) assume il controllo del 53% del gruppo WorldPay, con gli investitori di quest’ultimo che detengono il resto del capitale.
Pagamenti digitali, con FIS e WorldPay nasce un gruppo da 12 miliardi di ricavi l’anno
Si prevede che questo nuovo maxi-gruppo genererà circa 12,3 miliardi di dollari USA (9,2 miliardi di sterline) di profitti pro-forma nel 2018, questa fusione sta creando anche 500 milioni di dollari USA (377,5 milioni di sterline) di risparmi sui costi d’impresa.
Secondo i termini dell’accordo, che viene presentato come una fusione e non come una mera acquisizione, gli azionisti di WorldPay riceveranno 0,9287 di una quota FIS e 11 dollari statunitensi in contanti. L’accordo include anche l’acquisizione del debito di Worldpay, che la FIS ha dichiarato di voler rifinanziare e “spalmare”.
Come si presenta WorldPay all’appuntamento
Worldpay originariamente era di proprietà della Royal Bank of Scotland prima di essere stata estromessa dal perimetro della banca al momento del grande salvataggio dallo stato di crisi del 2008. L’anno scorso poi, WorldPay è stata acquisita dal gruppo rivale statunitense Vantiv in un affare da 10,5 miliardi di euro. Oggi Worldpay è il più grande processore di pagamenti digitali per volume di transazioni a livello globale
WorldPay è un enorme affare per FIS, soprattutto considerandone il prezzo e il valore: il rapporto prezzo / utili di WorldPay è 57,43, che è ben al di sopra della media del settore di 19,65, secondo la Reuters.
Cosa porta a casa FIS?
FIS è leader nella fornitura di tecnologie finanziarie, in grado di offrire un valore significativo alla massiccia rete di clienti che la società ha in tutto il mondo.
Il grande concorrente di FIS, Fiserv (FISV), ha recentemente acquisito First Data (FDC), un rivale dei pagamenti di Worldpay: FIS non poteva affatto rimanere ferma a guardare.
In questa fusione 53%-47%, Gary Norcross resta presidente e amministratore delegato della nuova società, con Charles Drucker di Worldpay che diventa – giustamente – “solo” vicepresidente esecutivo. La nuova società mantiene il nome FIS e non muove il suo quartier generale a Jacksonville, in Florida.
La crescita organica che questo accordo porterà non è enorme: la FIS stima che l’attività congiunta con WORLDPAY vedrà una crescita dei ricavi organica tra il 6% e il 9% nel triennio successivo alla chiusura della transazione e solo l’1,5% di quella cifra sarà derivante da ricavi generati da sinergie di gruppo. Il nuovo gruppo prevede comunque di aumentare la propria efficienza, aggiungendo circa il 3% al margine EBITDA, secondo quanto dichiarato nelle slides rilasciate dalla società e che Mr Banca ha visionato per voi.
Qual è il fine ultimo di questa operazione, chi ci guadagna?
I pagamenti digitali globali sono destinati a raggiungere il volume di circa $3 trilioni entro i prossimi cinque anni, dicono le stime elaborate da McKinsey.
L’acquisizione di WorldPay consentirà alla FIS di espandere la propria portata nel mondo dei pagamenti digitali. Pensate, amici di Mr Banca, che WorldPay elabora circa 40 miliardi di transazioni all’anno.
Per WorldPay, l’accordo aiuterà i progetti di espansione in nuovi mercati e a competere con gli altri rivali nel settore dei pagamenti digitali globali.
L’obiettivo di FIS e WorldPay è di mettere insieme un “one-stop shop“, unire le forze li metterà in posizione più forte per capitalizzare la leadership crescente nell’industria dei pagamenti e-commerce e fornire migliori soluzioni tecnologiche e finanziarie a banche e commercianti.
Anche l’Italia, nel suo piccolo… scende in campo con la quotazione di Nexi e le strategie di Cdp e Poste
Fermento anche in Italia: recentemente Nexi ha avviato le procedure per la quotazione in Borsa, al timone c’è l’AD Nicola Cordone che si sta occupando di mettere in piedi l’Ipo. L’operazione è sì pensata per ridurre il debito generato dalla leva di acquisizione degli azionisti che hanno rilevato l’azienda, ma è anche un formidabile canale di crescita e finanziamento dei progetti ambiziosi in cantiere. Cdp e Poste hanno il progetto di creare un nuovo “campione nazionale”, le banche azioniste invece hanno fiutato l’opportunità di crescere con acquisizioni in mercati maturi come Francia, Portogallo e Austria.
Si delinea un ottimo scenario e si potrebbe puntare qualche fiche in Cfd, speculando quindi sul rialzo o ribasso dei titoli coinvolti in questo interessante panorama di investimento.
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