Siete convinti che i soldi facciano la felicità? Leggete questa analisi e scoprirete che…

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Da sempre l’uomo si chiede se sia possibile trovare fonti di gratificazione diverse rispetto a quelle che arrivano dal lavoro, dal business e dai guadagni in generale. Una volta soddisfatti i propri bisogni di base e un poco di più, come creare o dove trovare altre fonti di soddisfazione che non siano basate su un effimero obiettivo di raggiungimento di un “tenore di vita migliore”, sempre migliore come in una sorta di “rat race”?

Rat raceDa qui la domanda se sia possibile identificare altre fonti di gratificazione rispetto a quelle ottenute grazie al lavoro per chi abbia raggiunto un livello di reddito tale da garantire il soddisfacimento dei bisogni «di base», ma poco di più. Si possono creare altre fonti di legittimazione che non si basino su un tenore di vita in continua crescita?

Poniamoci un quesito: una volta raggiunto un certo livello di reddito, l’aumento di capacità di spesa e consumo con relativo miglioramento del “tenore di vita” quanto aggiungono al grado di appagamento personale? E’ possibile pensare a una prospettiva diversa sulle proprie condizioni economiche?

Siete convinti che i soldi facciano la felicità?

Alcuni studi sociali rispondono a questa domanda: un reddito più elevato non aumenta la soddisfazione della persona in modo significativo, con una sola importante e ovvia eccezione, quella dei poveri. Chi povero non è e ha soddisfatto i propri bisogni di base non avverte il cambiamento in caso di aumento di capacità di spesa e consumo. Il senso di appagamento è meno marcato con l’aumento degli introiti regolari.

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Leggete questa analisi e scoprirete che…

…in molte culture si rifugge il consumismo a favore di una misura più ragionevole della qualità della vita in base ad altri valori fondamentali. Sono altre le fonti di appagamento che molte popolazioni abbracciano e fanno loro.

Secondo Abraham Maslow, gli umani hanno una gerarchia di bisogni.

Una volta soddisfatte le necessità di base si raggiunge un senso di affetto e l’autostima, l’apice della soddisfazione umana è finalmente raggiunto e con esso arriva quello che lui chiama «autorealizzazione».

Una volta soddisfatti i bisogni primari, la realizzazione personale dipende poco da fattori economici

LavoroCosa intendiamo per “necessità di base“? Questo chiaramente varia da individuo a individuo, è differente in ogni nucleo familiare. Sicurezza, un tetto sulla testa, cibo necessario, abbigliamento, istruzione e assistenza sanitaria, risparmio: questi sono i bisogni di base, “le necessità” che procurano “benessere”.

Attenzione: quando si arriva a utilizzare il consumo per soddisfare altri “bisogni” accessori, si passa al “consumismo” e questo è una autentica malattia sociale. Quando il consumo diventa consumismo, si trasforma in un’ossessione: questo mezzo viene usato per “comprare affetto”, per autorealizzazione, cercare stima e autostima. Ci si riduce ad acquistare beni che indicano il raggiungimento di uno “status”.

Quanto occorre lavorare per creare il valore che serve a soddisfare i bisogni di base? Se questi bisogni di base di una persona sono essere sicura, con un tetto sulla testa, vestita e nutrita la risposta è una sola: non serve lavorare molto.

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Frequentare un’associazione, far parte di un gruppo o fare volontariato induce un incremento nel benessere equivalente a un raddoppio dello stipendio

SoldiSecondo voi, cari amici di Mr Banca, si possono trovare cose che danno significato alla vita e soddisfazione, cose diverse dai beni materiali?

Maslow pone al secondo livello dei bisogni umani proprio l’approvazione delle persone a cui ci si sente legati, secondo lui è questa la principale fonte di affetto e stima. A questo si aggiunge il lavoro di alcuni ricercatori, che hanno trovato una correlazione tra la felicità e il coinvolgimento in una comunità, oltre alla semplice relazione con la famiglia e la socializzazione con gli amici. Questi ricercatori hanno scoperto che un incremento nel benessere personale paragonabile a un raddoppio delle entrate, arriverebbe addirittura da attività relativemente semplici come fare volontariato o frequentare le riunioni di un club. L’azione politica, così come il volontariato, fa parte delle “attività comunitarie” che creano fonti di soddisfazione personale di origine non consumistica.

La vera ricchezza, è il tempo

Lo diceva Karl Marx, ipotizzando una società dove bastino 6 ore per produrre il surplus necessario e dove rimangano altre 6 ore di tempo a disposizione… la vera “ricchezza“.

Con le vorticose evoluzioni della tecnologia dei nostri tempi, sarà possibile creare più lavoro per tutti distribuendo in modo più equo il valore necessario per procurarsi i bisogni primari e soprattutto per garantire “la vera ricchezza”, il tempo libero per trovare appagamento nelle attività spirituali, essere coinvolti nelle comunità e creare legami di affinità?

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